C'è un esercizio, che fa parte di una tecnica di rilassamento, autoanalisi e altro ancora, che consiste nel disegnare mentalmente il proprio ritratto. Ricordo di averlo fatto molti anni fa e il risultato mi è rimasto ben chiaro in mente, è stata sempre quella l'immagine di me che mi sono portata dietro e che nulla ha a che vedere con la mia effettiva esteriorità. O meglio, ha senza dubbio elementi che mi appartengono, ma diciamo che non sono letti solo attraverso i canoni classici della geneteca e si mescolano con quelli più puramente emotivi. Insomma, una grafica dell'anima. Come se, ad esempio, gli occhi non fossero semplicemente gli occhi ma anche quello che guardano e per questo divenissero più intensi e, perché no, più belli... mmm... difficile spiegare, lo so.
Comunque, questa immagine ce l'ho stampata in mente, a volte la rincorro e tento di emularla, altre mi rassegno ad esserne discosta, in alcuni momenti ho avuto l'impressione di esservi vicino. Insomma, un rapporto complicato. Forse è per questo che non ho una grande passione per le foto. Cioè, forse l'avrei se seguissero la logica del mio ritratto mentale, invece è assai raro che questo accada. In effetti, le rare fotografie che mi piacciono ed in cui mi riconosco, mi sembrano più una fortuita combinazione anziché che la riproduzione fedele della realtà e così tendono persino ad imbarazzarmi, come se le avessi ritoccate, come se non fossero mie.
Lo so, lo so, è una farneticazione, un paradosso... rinnego quel che più mi rappresenta perchè in realtà non credo che la mia essenza possa essere rappresentata... ragionamento folle!
Ma la logica del ritratto mentale che dicevo prima trova la perfetta applicazione nei disegni, nelle figurine in cui ogni tanto inciampo e di cui mi impossesso. Difficile raccontare cosa ci vedo, eppure mi sento raffigurata più da una di quelle immagini che da mille fotografie anche venute bene.
Comunque, questa immagine ce l'ho stampata in mente, a volte la rincorro e tento di emularla, altre mi rassegno ad esserne discosta, in alcuni momenti ho avuto l'impressione di esservi vicino. Insomma, un rapporto complicato. Forse è per questo che non ho una grande passione per le foto. Cioè, forse l'avrei se seguissero la logica del mio ritratto mentale, invece è assai raro che questo accada. In effetti, le rare fotografie che mi piacciono ed in cui mi riconosco, mi sembrano più una fortuita combinazione anziché che la riproduzione fedele della realtà e così tendono persino ad imbarazzarmi, come se le avessi ritoccate, come se non fossero mie.
Lo so, lo so, è una farneticazione, un paradosso... rinnego quel che più mi rappresenta perchè in realtà non credo che la mia essenza possa essere rappresentata... ragionamento folle!
Ma la logica del ritratto mentale che dicevo prima trova la perfetta applicazione nei disegni, nelle figurine in cui ogni tanto inciampo e di cui mi impossesso. Difficile raccontare cosa ci vedo, eppure mi sento raffigurata più da una di quelle immagini che da mille fotografie anche venute bene.
D'altra parte, se le animazioni di questi disegni si chiamano anime, vorrà pure dire qualcosa, no?
Comunque, a parte tutto ciò.... che fine ha fatto la mia icona?????
lo so, l'ho già postata un sacco di volte, ma tanti giorni sono certi giorni...
2 commenti:
Un furto d'identità? :)
mmm... un pasticciamento di identità, direi :)
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