Non credo di essere una persona triste. Oddio, è vero che ho una naturale inclinazione alla malinconia ma i miei
giorni neri sono tendenzialmente caratterizzati da un ammasso di sensazioni che si sovrappongono una
sull'altra, sono concatenete, hanno mille motivazioni e altrettanti effetti. Io
sono abbastanza brava a saperle distinguere ma in ogni caso restano un
ammasso indivisibile di cui conosco l'esatta composizione.
Invece
ci sono le giornate in cui finisci per isolare un componente evidentemente più
importante, o che ha reagito con qualcosa... Un po' come quando a scuola si
faceva l'analisi qualitativa e riuscivi ad identificare l'elemento... ecco, in
certe giornate funziona proprio così, segui i tuoi procedimenti ed alla fine ti
ritrovi con la sensazione base del tuo stato d'animo... l'hai separata dalle
altre, la rabbia si è frammentata ed è caduta con una scrollata, il dolore si è
diluito, la confusione si è diradata, l'ansia si è disciolta, la paura è
evaporata... ed ti è rimasta semplicemente la tristezza.
La tristezza è qualcosa di sottile e
coprente, non ha l'impatto delle altre sensazioni più forti... la tristezza ti veste, quasi ti scalda, o al contrario ti iberna... forse non è così strano che per esorcizzarla la tua mente vada a
cercare sensazioni vaghe e indefinite. Chissà, forse un ideale?
Razionalmente so bene cosa può essere il mio antidoto alla tristezza e cosa no. Razionalmente ho capito tutto. Razionalmente sono consapevole della temporaneità, della transitorietà, dei cambiamenti, delle fasi, dei momenti, delle differenze, delle distanze. Razionalmente riconosco l'inutilità del mio stato.
Razionalmente so bene cosa può essere il mio antidoto alla tristezza e cosa no. Razionalmente ho capito tutto. Razionalmente sono consapevole della temporaneità, della transitorietà, dei cambiamenti, delle fasi, dei momenti, delle differenze, delle distanze. Razionalmente riconosco l'inutilità del mio stato.
Ma la tristezza è impalpabile, passa dalle fessure del
buonsenso, scivola sotto le porte del possibile e del probabile e si insinua e
ti fa sentire bisogni che non hanno ragionevolezza.
Alla tristezza, quando l'hai isolata, puoi dare anche un nome ma non lo pronunci perché ciò ti renderebbe ancora più triste.
La tristezza, se fosse un compito di analisi qualitativa, la scriveresti in fondo al tuo foglio e la consegneresti soddisfatto, certo di avere un bel voto... invece ci fai un post triste e pure un po' lamentoso.
Però hai un sacco di canzoni da poterci inserire sotto... il che, forse, ti dovrebbe far ricredere dalla tua affermazione iniziale...
Però hai un sacco di canzoni da poterci inserire sotto... il che, forse, ti dovrebbe far ricredere dalla tua affermazione iniziale...
7 commenti:
quando mi viene questa sensazione, e sembra immotivata, l meglio, non c'è niente di nuovo che possa causarla: dormo, dormo per ore, se necessario dormirei per giorni, alla fine sembra sciogliersi.
beh... allora dovrebbe almeno usare la cortesia di sopraggiungere all'inizio del week end e non alla fine!
beh, se hai capito qual'è l'antidoto alla tristezza, allora puoi anche lasciarti andare alla tristezza, quasi come per compiere un rito catartico. Tanto poi c'è l'antidoto...
Basta usarlo.
Gli antidoti creano dipendenza, come i sedativi. Sto imparando a tristeggiare senza intervento di... sostanze esterne! :)
ciao tata :)
è in fondo agli occhi. Rimane anche in un secondo di felicità. Ha un colore più forte forse, non so. So che è sempre in agguato
vi ho mai detto che vi voglio bene bimbe?
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