Quando per fare qualcosa che non ti andrebbe di fare devi andare pure a settanta chilometri di distanza, hai due possibilità: considerare perso tutto il pomeriggio oppure cercare di circoscrivere la parte più antipatica, girarle intorno e decidere di godere della restante. Io, vabbe', sono agevolata perché mi piace guidare ed in qualunque direzione debba andare, ho strade bellissime che si snodano tra paesaggi che amo... e poi posso cantare o ascoltare la musica... e far vagare i pensieri ovviamente...
Insomma, due ore di noiosa riunione mi sembrano quasi poco prezzo per godere di almeno altrettante di viaggio, no?
Oggi, poi, al ritorno c'era uno spettacolo fantastico... nubi sparse di pioggia leggera e sospesa si allontanavano verso est e facevano da sporadici specchi sfaccettati al sole appena velato che stava calando dalla parte opposta.
Una fabbrica di arcobaleni che mi ha tenuto compagnia per tutto il viaggio, a volte nitidi e ben arcuati, altre flebili e appena accennati. La strada tortuosa e le dimensioni ridotte dei fronti acquosi facevano perdere abbastanza rapidamente l'angolo di rifrazione dei raggi del sole e così, a seconda di come girava il percorso, la magica visione spariva per poi ricomparire in un altro punto tenendomi continuamente con quel fiato sospeso di quando si cerca qualcosa che ci si aspetta di perdere da un momento all'altro. Perché, gli arcobaleni, si sa, non durano mai a lungo e quando scompaiono lasciano quella sensazione di felice dispiacere, da un lato appagati dalla vista e dall'altro tristi per non poter farla durare in eterno.
Ecco, il mio viaggio di ritorno è stato tutto un perdere e un trovare, con lo sguardo che non si stancava di cercare e correva veloce dal cielo alla strada per mantenere la vista di entrambi... oddio, anche un po' pericoloso per una tendente al distratto come me!
Allora, mi è venuto da pensare che a volte alle cose bisogna proprio girargli un po' intorno per vederne le iridescenti potenzialità, e che la pioggia non è solo pioggia e che anche se continui a vederla vicina non è più qualcosa che ti bagna e basta ma che è anche disposta a lasciarsi attraversare dalla luce, catturarla e rimandartela scomposta in magici colori.
Un po' come può accadere ai ricordi, ho pensato... e poi ho pensato anche ad sacco di altre cose, ma qui mi fermo, perché ognuno ha i propri arcobaleni.
la canzone non la metto, perché comunque è quella lì...
2 commenti:
a saperlo! mi sarei seduto sul tettuccio e mi sarei fatto portare in giro...
ti piace vivere pericolosamente, eh? :)
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