giovedì 13 giugno 2013

in-ten(z)ioni

Che poi, sfatiamo questa idea che io sia buona... anzi, troppo boncitta come si dice dalle mie parti... che è una bontà diversa, sostanzialmente inclinata verso l'essere anche un po' tonti. Insomma, non è un pregio, non mi daranno premi, non faranno santa. Non che io aspiri alla santità, eh...
E comunque non sono buona.  La mia disponibilità è spesso incapacità di dire di no o, peggio ancora, insofferenza a chiedere. Come dire, meglio fare da sola il più possibile che mettersi lì a raccomandarsi, ad organizzare, a cercare, a discutere... Un misto di risparmio energetico, pavidità ed orgoglio, quindi elementi non propriamente positivi.
E poi, naturalmente, c'è il senso del dovere, l'obbligo morale che, ok, sarà pure una forma di nobiltà d'animo ma meno pura di quel che può sembrare. Insomma, d'accordo la compassione, l'empatia, la sensibilità, il rispetto, ma la verità è che vorrei essere distante anni luce da quel che sto facendo, vorrei non doverlo fare, mi pesa oltremisura e l'unica soddisfazione che ne ricavo è che nessuno potrà accusarmi di latitanza e inadempienza.
Insomma, io non sono buona... mmm... forse un po' troppo boncitta sì, ma meglio non dirmelo...

4 commenti:

Ilmondoatestaingiù ha detto...

mmm.... se vuoi farti dire che sei una stronza, anche sotto tortura non credo di riuscirci.

Ma hai ragione: se non ti senti di fare una cosa, anche se altri si aspettano da te che tu non la faccia, ogni tanto è pure giusto che tu segua la tua inclinazione. Il mondo non può pretendere tutto da te, ogni tanto qualche no fa bene a tutti. Anche a chi lo riceve.

Ti abbraccio forte, sed!

sed ha detto...

Il problema è che non so dirli quei no....

Sammy ha detto...

Si può sempre dire di "sì" e trovare una scusa che realizzi il "no", se non lo fai è perché sei buona... gentile, se preferisci. :)

sed ha detto...

ma è una gentilezza a tempo determinato... e il tempo lo determino io. Tomo che sia questo a non essere capito.