domenica 12 gennaio 2014

Give me time to realize my crime

Ci ho messo un po' a decidere quale potesse essere  il leitmotiv di questo nuovo anno. In realtà non volevo un vero e proprio proposito che poi non mi sento assolutamente in grado di perseguire con adeguata forza di volontà, ma al tempo stesso non mi andava neanche di non darmi una qualche direzione almeno generica  verso cui orientarmi. Il calendario non mi sembra di per sé un motivo valido per impostare un qualsiasi progetto che si  potrebbe intraprendere in qualsiasi altro momento senza la scusa di rituali suggestioni, però questo ultimo periodo di festività mi ha consentito o imposto di rielaborare tutta una serie di eventi, anche non gradevoli, che mi hanno profondamente turbato e costretta a cercare un varco di uscita e mentre ero impegnata a ragionare nel mio solito modo da seghista mentale, mi sono resa conto che la mia parte superficiale stava già tentando un alleggerimento della pressione esterna provocata da certi fatti e persone, nonché di quella interna prodotta dai miei sforzi elucubrativi.
Ed ecco che la parola chiave del mio anno, il filo conduttore dei miei intendimenti, il sentiero da percorrere in questa sterpaglia di vita, mi si è rivelato come i codici che appaiono a John Nash  in A beautiful Mind in mezzo a miliardi di numeri.
Leggerezza.
Ho bisogno di leggerezza. 
Che per me è una grande parola, una cosa così nuova e strana che ho faticato ad attribuirla a quella sensazione che inizialmente non ho neanche saputo identificare e che non riuscivo neanche a capire che effetto mi facesse. Sì, proprio come quella parte alcolica degli aperitivi, non eccessiva al punto da confondermi, ma con un effetto comunque  avvertibile se non perfettamente riconoscibile.
Leggerezza che per me si può tradurre in tanti input, dai più banali, come le piccole uscite con persone diverse, alcune da conoscere di più, altre anche no ma che comunque non mordono mica.... non sentirsi per forza in dovere di dimostrare qualcosa. Inutile dire che questo apre un ventaglio di possibilità infinite di azioni da intraprendere sugli altri e su me stessa e siccome la parola chiave è comunque leggerezza, non mi metterò a sviscerarle e a motivarle. In ogni caso, leggerezza anche come scudo da certe influenza pesanti di cose e persone che non potrei mai allontanare dalla mia vita.
Sì, lo so... c'è anche tutta la sfera fisica che necessiterebbe di analoga azione alleggerente. Forse non è un caso che a lampeggiare nel monitor della mia testa sia stata questa parola. Beh, chissà...


4 commenti:

Sammy ha detto...

Allora tanti auguri di eterea leggerezza e un pesantissimo abbraccio.
:)

sed ha detto...

gli abbracci sono l'unica zavorra che dovrei permettermi :)

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Leggerezza, che cosa bella concedersela! Son contento di questo tuo proposito, Sed!

Che sia la volta buona che voli? :D

sed ha detto...

sempre rasoterra, però....