lunedì 1 marzo 2010

per interposta persona (l'altra me)

Quelle giornate in cui senti perennemente le lacrime pungerti gli occhi e non sai come mai... altre volte hai preferito dare la colpa alla sindrome mestruale... certo, con quella, se consideri il prima-durante-dopo, sei giustificata per diversi giorni, ma adesso? che fai, dai la colpa all'ovulazione?
Ma dai, lo sai benissimo come mai, potresti farci una chek-list e divertirti a crocettare tutte le ansie che ti premono addosso. Che poi ne hai pure eliminata una, dovresti sentirti sollevata, no?
Si, certo... che differenza c'è tra sollievo e felicità? Possono confondersi? Si, forse quando il sollievo è davvero grande... Eppure era grande anche questa volta... Si, grande, ma diventa piccolo in mezzo a tutte le altre "attese speranzose di sollievo"...
E allora piangi, avanti... liberale una volta queste stupide lacrime e sfogati, smetti di morderti il labbro e di concederti due singhiozzi soffocati... ecco, lo vedi? non sai più neanche piangere, che cretina di donna che sei...
Scrivere le lacrime è come piangerle davvero? A volte mi sembra di si. In fondo si tirano fuori parole e sentimenti... ecco, cambia solo il canale di uscita, si piange dagli occhi e dalle dita, con lacrime e con parole.
E poi chiudo le mie lacrime o le mie parole in una bottiglia e la affido alla corrente, questa volta scelgo un'acqua deserta, il solito mare è troppo affollato ed io non so se voglio condividerle quando ancora sono calde... magari voglio vederle solo galleggiare e non sapere se e quando verranno mai raccolte...
Così è un po' piangere per sempre.
Come se una parte di me potesse finalmente farlo mentre l'altra è impegnata ad andare avanti.
Come se qualcuno piangesse al posto mio.

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