sabato 21 maggio 2011

decantazioni

23 Novembre 2010

La cosa bella di quando si frequenta un corso di canto, è che i compiti a casa sono canzoni! Si, si, bisogna esercitarsi con la respirazione e prendere consapevolezza del proprio diaframma ma per il resto, quello che devi assolutamente fare è cantare… il che è esattamente quel che facevi prima, solo che adesso sei autorizzata, anzi esortata… insomma non è più tempo perso. Caspita, è praticamente la prima volta che per fare qualcosa, anziché impiegare tempo, recuperi quello che già usavi. Un miracolo!
E poi c’è quella strana sensazione che si diffonde in tutto il corpo mentre liberi la voce e le emozioni legate ad ogni parola e non sai se a sciogliersi sono muscoli e tessuti che non sapevi neanche di avere, oppure tensioni di cui eri perfettamente consapevole… una sorta di ginnastica gastrico-emotiva… in fondo non si dice “canta che ti passa”? Oddio, non è che passa davvero, ma almeno si allenta. Decanta. Eh, ma se decanta vuol dire che sedimenta pure, anzi, sedimenta per gravità, tanto per tornare al mio amato leitmotiv. Che poi, che la situazione tendesse ad una certa gravità era parso anche a me… tutti a consigliarmi di andare dallo psicologo ed io invece che faccio? Vado a cantare. E a decantare… le particelle più dense si depositeranno sul fondo e smetteranno di agitarsi impazzite nella mia mente.
Senza disciogliersi. Per un po' funzionerà.

Still Doll - Kanon Wakeshima

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