In fondo il nostro percorso emotivo è un po' come un gioco dell'oca, tante caselline da percorrere, ognuna con una caratteristica, il lancio dei dadi che rappresenta il nostro debole arbitrio nell'adattare la nostra personalità di base agli accadimenti della vita.
A questo gioco, lo sappiamo, non conta effettivamente ottenere alti punteggi ad ogni tiro, ma in quale casella quel numero porterà i tuoi passi. Ci sono percorsi regolari e tranquilli, con quelle caselle anonime dove sembra che non ti capiti niente, ma in questo caso sta a te riuscire ad apprezzare la figurina dove capiti, darle un significato ed un'importanza. Ci sono poi le giocate un po' più movimentate, quelle dove passi da una casella fortunata che ti spinge ancora più avanti, ad una dove invece vieni improvvisamente retrocesso ed il tutto in un'alternanza di momenti a cui è difficile dare equilibrio.
Io, se penso al mio gioco dell'oca, mi vedo come una pedina che prova a non farsi illusioni quando capita nelle postazioni fortunate, accetta con rassegnazione quelle poco belle, sempre disposta a tornare sui suoi passi ed a saltare tutti i turni imposti. Il vero problema è l'ansia che mi prende ogni volta che devo lanciare i dadi perché sempre troppo consapevole dei punteggi a rischio che mi porterebbero nelle caselle sbagliate e che, per un'oscura ragione, riesco puntualmente ad ottenere.
e la canzone ci metto questa a prescindere dal gioco
8 commenti:
Qualche volta ti ha smentito la vita?
sì, ma ero così preparata al peggio che ci sono quasi rimasta male....
E' bello però ottenere qualcosa che ci si aspetta... ;)
Meglio ancora se ci si aspetta qualcosa di buono, no? :)
ecco, sulla seconda parte ci devo ancora un po' lavorare... :)
(si riparte sempre da 1, alla fine!)
(l'hai messa no il pallone quell'altra!)
kikitesorodellatuaseddi, ma che vuol dire "l'hai messa no il pallone quell'altra"?
Sed!!!!!!
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