mercoledì 27 marzo 2013

auto-stop

Non amo farmi aspettare. Sì, mi piace anche la puntualità in genere, ma ammetto che poi tendo ad adattarla alle varie situazioni e ad applicarla con una certa elasticità, però quando mi faccio passare a prendere a casa da qualche persona amica o conoscente, mi sembra davvero inopportuno rispondere alla sua cortesia facendomi attendere e così finisce che mi metto ad aspettare davanti a casa per evitare qualsiasi suo confondimento e perdita di tempo. Mmm... a volte scendo anche con troppo anticipo, in effetti... casa mia, poi, è nella parte iniziale del paese, lungo una strada abbastanza trafficata e così, in queste occasioni mi capita di starmene diversi minuti a guardare speranzosa la curva in cima alla via pronta a riconoscere l'auto in questione.
Questa operazione è resa più complicata da due elementi: la mia scarsa propensione a riconoscere marche e modelli di auto e, soprattutto, i miei problemi di vista. Ciò significa che vado più che altro a colori, a costo anche di grossolane approssimazioni.
Un'ulteriore complicazione è data dalla mia quasi totale incapacità di vedere oltre i vetri delle macchine... lo so che, seppure occasionalmente sfumati, sono comunque trasparenti, ma il mio occhio non passa, non c'è verso...
Ora, tutto questo lungo preambolo, in realtà, mi serviva per giustificare il fatto che se un'auto approssimativamente del colore di quella che attendo, mette casualmente la freccia in prossimità di dove sono io e si ferma... beh, è molto probabile che io mi dipinga del mio più caloroso sorriso e le vada incontro pronta a salire! Se è buio, poi, mi potrebbe bastare anche solo la freccia!!!
Insomma, se non fosse che non sono particolarmente appetibile, diaciamo che chiunque mi si potrebbe carrettare!
In realtà, domenica scorsa ci sono andata quasi vicino, e mentre andavo spedita e sorridente verso l'auto (bianca era bianca, ma trattavasi di Ford anziché di Volkswagen), solo un lampo di intuizione mi ha evitato l'errore e mi ha indotto con improvvisa nonchalance a proseguire oltre facendo finta di nulla.
Questa cosa della trasparenza del vetro che diventa impenetrabilità, mi ha fatto pensare...
Un miope è abituato a non vedere cose che altri probabilmente vedono... voglio dire, non sempre si rende conto di quello che non vede, non lo vede e basta e non sarebbe un grosso problema se non fosse che quelli che ci vedono, invece, non sempre hanno questa consapevolezza, ragionano con la loro vista vedente, non miope.
Ecco, questo ragionamento è applicabile ad un sacco di circostanze ed io, in questi giorni le sto sperimentando sia dalla parte di chi vede, sia dalla parte dei ciecati. Se in entrambe le posizioni sono stata davvero consapevole come mi piace pensare di essere, questo è difficile da capire.
E, soprattutto, mi chiedo: ma non è che sono salita nell'auto sbagliata?????
 
 
 

6 commenti:

Ilmondoatestaingiù ha detto...

basta che ti sia trovata bene... quella è la discriminante :)

sed ha detto...

ma infatti era questo il dubbio...

Sammy ha detto...

ti immagino salire su un'auto, scoprire l'errore, salutare e scendere dall'altra portiera :)

sed ha detto...

mmm... stai ancora ridendo? :)

Lo scrittore mascherato ha detto...

Cara Sed a me è venuto in mente the Hitcher...ma non vorrei spaventarti ecco :))))))

sed ha detto...

mmm... vorresti dire che potrei assassinare chi ha la malaugurata idea di caricarmi????
:)