giovedì 3 aprile 2014

diritti e rovesci di proprietà

Buongiorno...
La voce proviene dalle mie spalle, io sono accoccolata a terra e voltandomi ho il sole negli occhi per cui non capisco esattamente chi sia la signora che mi sta parlando, vedo solo che è minuta e certamente anziana. Sorrido  e rispondo affabilmente  al saluto, magari è a me che al momento sfugge la sua identità e lei invece mi conosce, queste cose in un paesino succedono, a me pure spesso. Al cimitero poi si diventa, come dire, tutti un po' più socievoli, probabilmente è una sorta di senso di condivisione, una vicinanza reciproca e leggera che non ha bisogno di tante spiegazioni. Continuo a sistemare le piante ed i vasetti a terra ma lei rimane ferma alle mie spalle e qualcosa nella sua immobilità e nel suo silenzio mi induce a voltarmi di nuovo alzandomi in piedi per darle finalmente attenzione. Adesso che la vedo bene sono sicura di non conoscerla ma le sorrido di nuovo. Ha capelli corti e lievemente cotonati, di un  bianco "naturale" senza riflessi azzurrini, un cappottino che non fa una piega, la borsetta sul braccio  ed in mano una  rosa bianca confezionata nel cellophane con un fiocco  di raso sempre bianco.
Sto cercando mio marito... dice spostando gli occhi da me alla tomba diverse volte. Io mi guardo intorno, cercando il suo accompagnatore, ma non riesco ad individuare nessuno...
E' venuta con lui? chiedo cercando di capire "dove" lo stia cercando.
Forse è questo. ipotizza lei, accennando un movimento della mano verso la lapide e scrutando le scritte.
Veramente... questo è il mio. rispondo impacciata e sentendomi vagamente stupida ad affermare un tale diritto di proprietà, ma lei non sembra turbarsi più di tanto e mi guarda di nuovo, come riflettendo.
Ah, è il suo... Ed è il primo?
Beh, sì... è il primo... mi decido ad ammettere dopo un attimo di disorientata esitazione. Signora, ma è venuta da sola? La posso accompagnare da qualcuno...? Adesso sono decisamente convinta che la signora deve essere  sfuggita al controllo di qualcuno... Ed infatti il qualcuno si materializza provvidenzialmente nei panni di un signore che ci raggiunge  con un'espressione in volto di evidente sollievo.
Ah, eccoti... ti avevo raccomandato di non muoverti! la rimprovera lui ma in maniera gentile, persino affettuosa, prendendola sottobraccio.
Ma credevo di averlo trovato... però la signora dice che è il suo... tenta di giustificarsi lei  lasciandosi guidare verso il vialetto di lato. Abbozzo un saluto cordiale e comprensivo mentre cerco lo sguardo del signore per trovarne la complicità, ma lui mi getta un'occhiata fredda e mi redarguisce:
Certo che potrebbe anche metterci una foto, eh?
Li guardo allontanarsi con un misto di incredulità e sgomento e chinandomi di nuovo per  sistemare i le piantine, mi chiedo perché, improvvisamente, mi sembra di aver trovato un  valido motivo per fare quel che fino ad ora non avevo mai voluto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Avrei voluto vedere la tua faccia... (D)

sed ha detto...

Anche io...