sabato 21 maggio 2011

punti di (s)vista...

11 Settembre 2010



“Quello che tu stesso non desideri, non farlo neppure agli altri uomini”.
(Confucio 551-489 a.C.; Dialoghi, 15, 23)

“Non fare agli altri quello che non vuoi che essi facciano a te”.
(Rabbi Hiller 60 a.C-10 d.C; Shabbat 31a)

“Tutto quanto volete che gli altri facciano a voi, anche voi fatelo a loro”.
(Gesù)

“Nessuno di voi è un credente fino a quando non desidera
per il suo fratello quello che desidera per se stesso”.
(Islam; 40 Hadithe di an-Nawawi 13)

“L’uomo dovrebbe comportarsi con indifferenza nei confronti di tutte
le realtà mondane e trattare tutte le creature del mondo come egli stesso vorrebbe essere trattato”.
(Gianismo; Sutrakritanga I 11.33)

“Uno stato che non è gradevole o piacevole per me,
non deve esserlo neppure per lui,
e uno stato che non è gradevole o piacevole per me,
come posso io pretenderlo per un altro?”
(Buddismo; Samyutta Nikaya v 353.35-354.2)

“Non ci si dovrebbe comportare con gli altri in un modo
che sarebbe sgradevole a noi stessi; questa è l’essenza della morale”.
(Induismo; Mahabharata, XIII.114.8)

"Se vuoi che gli altri siano felici, pratica la compassione.
Se vuoi essere felice, pratica la compassione".
Dalai Lama



E’ nota come “La regola aurea” o “Etica della reciprocità” esprime un principio che da millenni si trova in molte tradizioni religiose e correnti filosofiche: qui se ne può trovare una trattazione più dettagliata.

Per quel che mi riguarda, ci sono inciampata molto più banalmente da ragazzina durante il catechismo, anche se c’è chi ritiene che lo stesso Gesù l’abbia appresa da altre culture durante il periodo misterioso non descritto dai vangeli in cui avrebbe viaggiato e si sarebbe confrontato con le dottrine orientali. Ad ogni modo la frase “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” mi sembrò di una logica ed efficacia assolutamente ovvia a prescindere dal significato e contesto religioso. Ricordo che, nella mia ingenuità, la riproposi a mia cugina una volta che mi manifestò il suo proposito di vendetta nei confronti di un coetaneo. Lei mi guardò come se fossi una marziana (a quei tempi credevamo ai marziani) e mi rispose: “Ma lui me l’ha fatto!” (se avesse frequentato di più il catechismo avrebbe potuto argomentare la sua posizione citando l’ “occhio per occhio” biblico), al che io, pazientemente, ribadii che indipendentemente da chi aveva iniziato, per me non era giusto fare ad un’altra persona uno sgarbo che io non avrei gradito.
“Ma lui me lo ha fatto anche se io non lo volevo!” ripeté lei, ostinata. Credo che quella sia stata la prima volta in cui mi sono resa conto di quanto sia difficile il confronto stando su piani completamente diversi e di come certi pensieri possano essere chiari e illuminanti per alcuni e solo parole per altri..
Ora, intendiamoci, non è che io mi sia attenuta costantemente a questa regola di vita (sottolineo vita perché per me non è mai stata una questione religiosa), altroché se ho fatto cose che non avrei voluto ricevere! Però, come posso dire, queste parole hanno rappresentato sempre un obiettivo, una chiave di lettura per i miei dubbi, un elemento dal quale partire nei miei ragionamenti. E questo, a volte mi dico presuntuosamente, è molto più di quanto facciano i convinti osservanti delle varie religioni che, in un modo o nell’altro, predicano tutte lo stesso concetto.
Spesso con evidenti scarsi risultati.

99 Luftballons

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