giovedì 22 novembre 2012

toc toccamenti

Non amo le porte chiuse. Questo non significa, certo, che le lasci aperte indiscriminatamente, però alcune forzature le faccio ed ammetto che in certi casi mi forzo a fare il contrario.
Ora, non dico che non riuscirei a dormire tenendo la porta della mia camera chiusa, è senza dubbio un fatto di abitudine, ma mi piace tenerla aperta e se, involontariamente, mi è venuto da accostarla, prima di spegnere la luce mi alzo e vado a ripristinare la situazione.
Se seguissi il mio istinto, anche la porta di casa starebbe spesso aperta perché mi piace sentire i rumori delle scale, mi fa sentire in "comunione" con il resto della famiglia (nella palazzina siamo solo noi parenti stretti)... poi, ovviamente, ho bisogno anche dei miei momenti di privacy e, del resto, la stagione non consente frequenti arieggiamenti. Insomma, ho una preferenza ma non è che sono del tutto scema, ecco.
Invece un po' scema lo divento quando si tratta delle altre porte, quelle emotive, quelle dei rapporti e dei sentimenti... Eh, lì di chiuderle non se ne parla proprio. Non che non abbia il mio orgoglio, diamine... anzi, sono pure molto permalosa e indiscutibilmente sensibile. Però... come dire...finisco con il cercare sempre anche di comprendere le motivazioni altrui, riconsidero tutti i miei ragionamenti e finisco puntualmente per ammorbidire e rivedere le decisioni drastiche.
Devo dire che ho il forte sospetto che questa, più che un'apertura nei confronti degli altri sia una sorta di eccesso di umiltà. Sì, come se pensassi che, in definitiva, le motivazioni degli altri contino più delle mie che, magari posso ritenere più giuste... O forse è esattamente il contrario, sono presuntuosa al punto di essere convinta di capire più degli altri e quindi indotta a "concedere" altre opportunità.
Fatto sta che supero sempre il dissapore. Questo non significa che non abbia ben presente la situazione e che dimentichi le mie ragioni, ma ritengo possibile per me rimodularmi rispetto all'altra persona, ridefinire i limiti della mia fiducia, del mio rispetto, della mia considerazione e mantenere comunque il rapporto. Una sorta di autodifesa di cui a volte dall'altra parte ci si può persino non accorgere ma che per me cambia in maniera importante la mia predisposizione.
Io sono stata sempre soddisfatta di questa mia "capacità", non l'ho mai considerato un limite ma una risorsa ma ultimamente mi è capitato di pensare che forse, come per le porte di legno, ci sono situazioni in cui non si dovrebbe chiudere e basta, fosse anche solo per rispettare quel che si è promesso. Insomma, mi piacerebbe essere come Meryl Streep quando ne La casa degli spiriti dice a  Jeremy Irons che non gli parlerà mai più e resta fedele al proprio proponimento fino in fondo.
Ecco, questo non mi riesce e mi viene il dubbio che non sempre sia un bene. Anzi, sono quasi sicura che qualche volta non lo sia.
 
 

2 commenti:

Sammy ha detto...

secondo me una porta si può sempre chiudere (altrimenti a cosa serve la porta basterebbe un arco?).
Basta che ci sia un campanello e uno zerbino con scritto benvenuti.

e quindi:
http://www.youtube.com/watch?v=CZbL_v2QjEQ

trattamela bene che questa è la sua mia preferita ;)

sed ha detto...

grazie... l'ho ascoltata con i guanti :)